Gli esseri umani, sono fra loro tutti uguali o tutti diversi? Occorrono diritti per tutti senza discriminazione? Cosa sottintende la nozione di razza? La diversità arricchisce o penalizza il mondo?

Queste sono le domande su cui si basa il progetto “La Comunità che vogliamo” che, una volte proposte ai ragazzi, daranno il via alle attività artistiche che verranno realizzate durante il corso di questi mesi; il ragionamento e la messa in evidenza di ciò che pensano gli alunni ci permetterà di immaginare e di costruire “La comunità che vogliamo”.

Il progetto verrà realizzato attraverso 6 laboratori creativi/espressivi condotti da tecnici esperti che affiancheranno gli insegnanti durante le giornate di lavoro; il compito dei docenti sarà quello di “Educare” i propri alunni alla costruzione di un pensiero condiviso che vive nella convinzione che la via migliore per il benessere risiede nella produttiva partecipazione alla vita sociale da parte di tutti, nel rispetto dei diritti, nel riconoscimento e nella valorizzazione delle diversità.

La finalità di questo progetto è quella di creare un pensiero comune intorno all’idea che vivere in comunità, in cui tutti si espongono, permette di creare progetti ed interventi utili al miglioramento della nostra vita e a quella degli altri; Aristotele affermava che l’uomo è un animale sociale e in quanto tale la società è l’unico luogo nel quale può svelare la sua natura morale scoprendo il giusto e l’ingiusto.

I laboratori saranno: Scrittura Creativa, Murales, Composizione musicale, Teatro/Danza, Fotografia e Video – documentazione.

venerdì 15 gennaio 2010

Lab. Fotografia partecipativa: Opzione manuale

L’obiettivo del laboratorio di fotografia partecipativa è quello di stimolare la riflessione dei giovani sui temi proposti dalla Fondazione Frammartino in seno al progetto “La comunità che vogliamo”.
La fotografia partecipativa mette la macchina fotografica nelle mani delle persone e le stimola affinché documentino, condividano la loro realtà attraverso le foto.
Il processo di scatto di una fotografia da l’opportunità di sviluppare storie secondo un altro punto di vista, quello dei giovani che spesso non hanno voce.
Inoltre, il potere narrante della fotografia da la possibilità di raccontare storie, spingendo le persone coinvolte nel progetto alla riflessione, al confronto e all’analisi dei temi prescelti.
La fotografia si trasforma cosi in uno strumento sociale capace di diffondere nell’individuo maggiore consapevolezza nei confronti di ciò che li circonda. E proprio le foto scattate dai partecipanti al progetto attiveranno la discussione sul tema proposto dal progetto “La comunità che vogliamo”.
A livello internazionale, soprattutto in paesi dove è stata maggiormente utilizzata in ambito educativo (Stati Uniti, Brasile, Colombia i casi più famosi), la fotografia partecipativa è riconosciuta come un potente mezzo per contribuire alla trasformazione della produzione culturale ed educativa. Inoltre, racchiude in sè un pedagogia innovativa: attraverso un maggiore coinvolgimento dei giovani, si promuove uno scambio di conoscenze e una maggiore responsabilità civica.
Inoltre la rieducazione della vista, resa possibile dall’uso delle macchine fotografiche, permette la costruzione di nuovi “racconti di vita” che consentono di stimolare un confronto interculturale aperto e pluralistico, di superare e contrastare i pregiudizi.
Nel Laboratorio del progetto “La comunità che vogliamo” verrà proposto ai partecipanti non solo di documentare lo svolgersi delle attività negli altri laboratori (scrittura creativa, murales, musica, danza/teatro), ma anche di realizzare una propria riflessione fotografica sull’art. 3 della Costituzione Italiana e l’art. 1 della Dichiarazione Universale dei diritti.

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