L’obiettivo del laboratorio di fotografia partecipativa è quello di stimolare la riflessione dei giovani sui temi proposti dalla Fondazione Frammartino in seno al progetto “La comunità che vogliamo”.
La fotografia partecipativa mette la macchina fotografica nelle mani delle persone e le stimola affinché documentino, condividano la loro realtà attraverso le foto.
Il processo di scatto di una fotografia da l’opportunità di sviluppare storie secondo un altro punto di vista, quello dei giovani che spesso non hanno voce.
Inoltre, il potere narrante della fotografia da la possibilità di raccontare storie, spingendo le persone coinvolte nel progetto alla riflessione, al confronto e all’analisi dei temi prescelti.
La fotografia si trasforma cosi in uno strumento sociale capace di diffondere nell’individuo maggiore consapevolezza nei confronti di ciò che li circonda. E proprio le foto scattate dai partecipanti al progetto attiveranno la discussione sul tema proposto dal progetto “La comunità che vogliamo”.
A livello internazionale, soprattutto in paesi dove è stata maggiormente utilizzata in ambito educativo (Stati Uniti, Brasile, Colombia i casi più famosi), la fotografia partecipativa è riconosciuta come un potente mezzo per contribuire alla trasformazione della produzione culturale ed educativa. Inoltre, racchiude in sè un pedagogia innovativa: attraverso un maggiore coinvolgimento dei giovani, si promuove uno scambio di conoscenze e una maggiore responsabilità civica.
Inoltre la rieducazione della vista, resa possibile dall’uso delle macchine fotografiche, permette la costruzione di nuovi “racconti di vita” che consentono di stimolare un confronto interculturale aperto e pluralistico, di superare e contrastare i pregiudizi.
Nel Laboratorio del progetto “La comunità che vogliamo” verrà proposto ai partecipanti non solo di documentare lo svolgersi delle attività negli altri laboratori (scrittura creativa, murales, musica, danza/teatro), ma anche di realizzare una propria riflessione fotografica sull’art. 3 della Costituzione Italiana e l’art. 1 della Dichiarazione Universale dei diritti.
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